Gianluigi Mattia
introduzione al catalogo "Universo mare e altre suggestioni"
Letizia Cavallo ci conferma come in pittura, un comportamento didatticamente rigoroso, ostinatamente rispettoso di quei valori "forti" che hanno caratterizzato in epoche diverse le grandi Accademie (tecniche, metodologie, proceduralità, ecc.) se viene a contatto con la dimensione dell'anima e del profondo, produce per corto circuito, quel territorio eccitante ed al contempo inquietante che è la creatività ed i suoi infiniti scenari.
Perché di questo ci parlano le tele ed i disegni di questa prima e bella personale di Letizia Cavallo.
Nei suoi Oli, i cui modelli di riferimento sono rintracciabili nella grande pittura italiana del '900, la atipica monocromaticità dei Blu, ci porta in un clima di suggestioni sospese. I Blu, peraltro, rinviano sempre ad una tensione interiore di spiritualità che nei dipinti di Letizia si stempera in una diffusa malinconia e nella persistente percezione di un tempo come bloccato.
Nei temi delle "grandi onde", le figure, ridotte a dimensioni minime, esaltano spazi di grande respiro, i quali sembrano restituirci quasi la "voce", a volte sommessa altre volte dalla sonorità terrificante, del Dio Oceano.
Più sensuali e teneri gli Oli sul tema delle conchiglie. Sono corpi quasi umanizzati con cui Letizia sembra volerci suggerire luoghi, luoghi di relazione.
I disegni, peraltro tutti incentrati sul tema ricorrente delle conchiglie (oggetti misteriosi, senza tempo), raccontano di un desiderio robusto di territorialità. Dicono l'incongruità di un luogo di transito: aperto, chiuso, aperto...
Il movimento è dato dalla tensione delle forme e suggerito dalle geometrie interne ad ogni conchiglia.
In questi disegni Letizia ce le restituisce a volte con uno sguardo confliggente il più piccolo dettaglio (si pensi ad esempio all'infinita "fantasia" delle loro livree), a volte obliterandole nella texture che, connettendole l'una all'altra dinamicamente, nello spazio del foglio, inseguono flussi di energia interna al suo stesso fare.
E dunque, Letizia, attraverso questo primo tratto di un più lungo percorso di cui questi lavori sono una felice testimonianza, hai personalmente verificato che i linguaggi dell'arte ci consegnano ad una edenica felicità così come all'irrequietezza di un continuo autointerrogarsi, che è anche come fare i conti con le zone oscure della nostra identità, identità sempre da verificare, e non solo per quanto attiene al proprio universo linguistico.
Questa tua prima personale, bella nei risultati, ci fa presagire che saprai stupirci ed emozionarci con altre avventure (penso a dipinti e disegni di più grandi dimensioni ma non solo).
Avventure di buona pittura e grande poesia. Quindi cara Letizia un in bocca al lupo dal tuo Maestro,
Gianluigi Mattia